Alle mie figlie, io leggo da sempre. Ho iniziato fin da quando erano ancora nella pancia, non per seguire una qualche convinzione pedagogica tra le molte (peraltro validissime) che decantano i benefici della lettura sui bambini - così come quelli della musica – già in età precoce e se possibile dalla gravidanza, ma proprio perché mi sembrava il modo in un certo senso per me più spontaneo di stabilire una relazione con qualcuno che ancora non c’era e che a dispetto di tutto non riuscivo proprio a visualizzare.

Sapete le solite cose che ogni futura puerpera si sente ripetere ogni tre per due, no? Parlagli, raccontagli/Così conoscerà la tua voce/Il vostro legame sarà più forte da subito. Ora, io in entrambe le occasioni all’ospite dentro la mia pancia non riuscivo proprio a dare un volto: la prima volta non avevo letteralmente idea, era una nebulosa scontornata. La seconda, invece, e mentre lo dico stento a credere di averlo mai pensato, era impossibile immaginare Emma, che stava per arrivare, principalmente perché Alice mi sembrava l’unica bimba che potesse esistere al mondo, e ogni volta che cercavo di proiettare nella mia testa un’immagine di bimba “altra” l’unica che vedevo era sempre e soltanto lei (curioso, vero, visto e considerato che chiunque le conosce lo sa, le mie figlie sono una la nemesi dell’altra, diverse che più diverse non si può, per dire quando la realtà arriva dove la fantasia non ha osato spingersi).

Quindi: se non ti vedo non ti parlo, perché non mi piace parlare da sola e in più mi sento tremendamente scema. Ma se per colpa del mio silenzio di oggi magari ti viene qualche turba e poi da grande vai in giro per strada strappandoti le mutande o pigliando a ceffoni la gente? Soluzione: ti leggo. Ti leggo ad alta voce (con buona pace del fatto che forse qualche turba ce l’avranno comunque e che lo strappamento delle mutande in età adulta è quasi assicurato, dal momento che secondo questa logica il loro “primo libro” è stato per Alice Chiedi perdono di Ann-Marie MacDonald e per Emma Middlesex di Jeffrey Eugenides).

Forse in virtù di questi nostri precedenti, forse perché di base leggere a casa nostra è un’attività a cui viene data grande importanza, non solo un modo per ammazzare il tempo, anche ora che le mie figlie sono più grandi la lettura è uno dei nostri canali privilegiati di comunicazione, un qualcosa che facciamo spessissimo per riallinearci, specialmente nei pomeriggi in cui fa brutto o in cui per qualche motivo qualsiasi altra occupazione o gioco che si tenti di fare insieme rischia di finire inevitabilmente in rissa tra le due. Leggere ai bambini – con i bambini – è del resto profondamente arricchente per un lettore abituale, perché restituisce il senso di come al di là di qualunque sovrastruttura la lettura sia un’esperienza in realtà multisensoriale, che non passa solo dalla vista. I bambini i libri li toccano, li masticano, li accarezzano, li picchiano. Li vivono, letteralmente.

Ora, visto che l’estate è tempo di classifiche, ho pensato di scrivervi alcuni consigli di lettura targati Emma & Alice. Sono pochi titoli dettati dal nostro gusto personale, che per un motivo o per l’altro hanno segnato e ancora segnano i primi contatti con la pagina scritta – e illustrata – delle mie due lettrici in erba. Come vedrete, si tratta di suggerimenti eterogenei e oltremodo diversificati tra loro, e non potrebbe essere altrimenti: io sono un’onnivora e com’è ovvio ho trasmesso a loro le mie modalità di selezione assolutamente schizofreniche e umorali.

1) Quanti rumori nella notte – Stephanie Stansbie, illustrazioni di Polona Lovsin, traduzione di Federica Magrin (AbraCadabra)

Quanti rumori nella notte (AbraCadabra)

Piccolo Topino cerca di addormentarsi, ma non ce la fa: un fruscio di qua, un ticchettio di là, i rumori della notte lo terrorizzano, ed è convinto che un fantasma gli stia dando la caccia. Per fortuna arriva la mamma, a spiegargli l’origine di tutti i suoni che ha sentito, e finalmente il sonno arriva. È un libro a pila, schiacciando sui pallini segnalati nelle varie pagine il rumore si sente davvero: un rubinetto che gocciola, il vento che soffia tra gli alberi, il cardine della porta che cigola.
Il primo amore non si scorda mai, e malgrado la copia che abbiamo a casa sia ormai a pezzi (e la pila completamente scarica) credo che non ce ne disferemo mai, l’abbiamo letto fino allo sfinimento.
Consigliato: Per tutte le età. Perché il bambino riesca a riprodurre i rumori da solo (bisogna pigiare con una certa forza) è necessario che abbia almeno due anni, ma letto da me le mie figlie l’hanno adorato anche da molto prima.

2) Una bella giornata – M. Christina Butler, illustrazioni di Tina Macnaughton, traduzione di Tiziana Campana (DeAgostini)

Una bella giornata
(DeAgostini)

Una bufera di vento e neve ha fatto volare via la tana di ramoscelli di Piccolo Riccio, così per cercare riparo dal freddo si incammina verso casa del suo amico Tasso, armato solo di sciarpa, guanti e berretto. Ma lungo la strada incontra prima una famiglia di topini, poi una lontra e infine Mamma Cervo con il suo piccolo. Sono tutti intirizziti, e a ognuno di loro Piccolo Riccio regala qualcosa per scaldarsi. Raggiungere casa di Tasso si fa sempre più difficile, ma lì lo attende una bella sorpresa.
Come vi dicevo più sopra, leggere per i bambini è un’esperienza multisensoriale, e questo libro ne è un ottimo esempio: sciarpa, cappello e guanti del riccio sono inserti di morbido tessuto da toccare, irresistibili anche per noi adulti quasi quanto scoppiare le bolle del Pluriball.
Consigliato: dai 3 anni in su, perché è bella anche la storia.

3) Uguali ma diversi – Ingrid e Dieter Schubert (Lemniscaat)

Uguali ma diversi
(Lemniscaat)

Questo libro è stato una scoperta assolutamente casuale, mi è capitato di dover fare da interprete dall’inglese ai due illustratori in occasione di un laboratorio con una terza elementare per una delle ultime edizioni del Salone del Libro di Torino (in questo video un saggio della mia performance, notare la disinvoltura… 40 di febbre e non sentirli) e me ne avevano dato una copia per prepararmi. Al netto del loro essere una coppia incredibile quanto improbabile e due persone di una simpatia e dolcezza disarmante (lei è una specie di brunetta dei Ricchi & Poveri in salsa fiamminga, lui un incrocio tra il nonno ideale e Babbo Natale, e soprattutto oh… il disegno formato poster che si vede nel video l’ha fatto su indicazioni dei bambini in 4 minuti, è stata una roba da restarci secchi), Alice ed Emma ne vanno pazze, e posso facilmente intuire perché. È un libro sugli opposti raccontati per contrapposizione di tavole illustrate: animali che vanno su e animali che vanno giù, animali bagnati e animali asciutti, animali grandi e animali piccoli, animali gentili e animali dispettosi, con mille dettagli nascosti e ironia da vendere (la nostra eroina assoluta: l’ippopotamo ballerina).
Consigliato: dai 4 anni, per godere a pieno della raffinatezza delle illustrazioni, che ogni volta che le riguardi ti regalano un qualcosa di mai notato prima.

4) Lacrime di Fragola – Nicola Savino, illustrazioni di Marta Monelli (Add editore)

Lacrime di fragola
(Add editore)

Chiara è una bambina dolce e sempre allegra, ogni giorno va a scuola felice, ma nella sua classe ci sono quattro bambini pestiferi che le fanno i dispetti e tentano di farla piangere in ogni modo perché le sue lacrime hanno un segreto: sanno di gelato alla fragola. Ma Chiara non vuole più piangere e con l’aiuto della Fatina delle Lacrime Facili riuscirà a fare ai bambini un bello scherzetto: improvvisamente le sue lacrime sapranno… di cacca!
Qui devo fare una premessa: io adoro le illustrazioni di Marta Monelli, della quale abbiamo anche un altro libro, Alice e il ciuccio (Zelig editore). Non sono un’esperta ma mi piacciono perché le trovo tonde, cariche di emozioni. Trasudano empatia, è come se le “sentissi” a pelle. Questo libro in particolare l’ho comprato per beneficenza, perché parte del ricavato sarebbe stato devoluto all’Associazione Italiana per la Sindrome di Rett (è una malattia rara terribile che comporta una degenerazione neurologica progressiva e colpisce prevalentemente le bambine), ma devo dire che come autore per bambini Nicola Savino è stato veramente una scoperta. Le mie figlie ne sono rimaste folgorate (quando vedono Savino in Tv lo chiamano il “bidello Nicola”, se comprate il libro scoprirete perché) ed Emma ha voluto addirittura portarlo alla materna per un progetto nell’ambito del quale a turno ogni bambino avrebbe dovuto raccontare ai suoi compagni il proprio libro del cuore.
Consigliato: dai 3 anni se glielo leggete voi, dai 6 anni secondo me però il plus è che grazie all’impaginazione ariosa possono leggerlo tranquillamente da soli.

5) 100 storie per quando è troppo tardi – Scuola Holden (Feltrinelli)

100 storie per quando è troppo tardi
(Feltrinelli)

Al mondo, si sa, esistono due tipologie di genitori: quelli che amano ripetere a tutti, con un certo orgoglio, che i loro figli alle otto/massimo otto e mezza di sera sono già sotto alle coperte, e quelli completamente succubi di fanatici degli afterhour in erba che tirerebbero tranquillamente avanti fino alle prime luci dell’alba. Che ve lo dico a fa’, io appartengo alla seconda tipologia. Questo libro è idealmente dedicato a genitori come me, e il concetto di fondo è semplice: tra i mille stratagemmi per perdere tempo la sera, il vostro bambino vuole la storia? “Dategliela. Ma corta. Lui vince e voi non perdete. Tutti contenti”. Sono microracconti scritti da autori e addetti ai lavori - da Alessandro Baricco a Stefano Benni e Andrea Camilleri, da Cristiano Cavina a Lella Costa e Fabio Geda, e poi Ali Smith, Elena Varvello, Dario Voltolini, Sandro Veronesi e molti altri - a vario titolo collegati con la Scuola Holden, che ha ideato questo volume insieme a diversi altri titoli di una collana, Save the Parents, che vi consiglio di esplorare perché ricca di bellissime chicche. Il bello è che le storie non sono firmate, quindi a scrivere quella per cui tuo figlio sviluppa una vera e propria ossessione potrebbe essere stato chiunque, ed è divertente per noi adulti provare a immaginare e indovinare il “chi”. Il brutto è che neanche questo libro con noi ha funzionato: sì perché quando sei costretto a rileggere la storia preferita dieci volte di fila capite bene che il vantaggio della brevità un po’ si perde. La nostra TOP 3: l’improbabile supereroe senza poteri Super Pino, le Cinque Scimmiette pestifere e Azzurro come il Cielo, il mostro che non fa paura ma anzi compagnia e vive sotto al letto di un bambino (grazie a lui ormai da un paio d’anni – complice la visione di E.T. - anche noi abbiamo L’Alieno sotto al letto di Alice).
Consigliato: per tutte le età, la lettura da parte del genitore è ingrediente imprescindibile.

6) Il gatto e il cappello matto - dr. Seuss, traduzione di Anna Sarfatti (Giunti Junior)

Il gatto e il cappello matto
(Giunti Junior)

Sally e il fratello si annoiano a casa in un pomeriggio di pioggia, quando a un tratto ecco arrivare uno strano gatto con un improbabile cappello in testa, che inizia a creare scompiglio e disordine incurante degli avvertimenti del pesciolino nella boccia. Il pomeriggio si trasforma in un’avventura non sense, finché non ricompare all’orizzonte la mamma. Panico, in casa c’è il delirio! Ma niente paura, con la stessa inventiva e follia con cui ha messo in disordine, il Gatto metterà tutto a posto in men che non si dica.
È l’ultimo arrivato in casa nostra, e devo ammettere che quando Alice l’ha visto in libreria e ha insistito perché lo comprassimo – questo e La battaglia del burro dello stesso autore – non ero molto convinta perché ero incappata un paio di volte nel cartone animato del Gatto col cappello e mi aveva istintivamente fatto antipatia. Leggendolo insieme mi sono dovuta ricredere: ogni volta che lo sfogliano lei e la sorella si scassano dalle risate, e la sua forza sta forse proprio nel mood infantile e senza senso, in questo trasportarti in un mondo illogico che però a ben vedere nasconde messaggi importanti (Il Gatto è un invito a non giudicare dalle apparenze; La battaglia del burro è una riflessione sull’insensatezza e la futilità della guerra). Last but not least: da addetta ai lavori trovo che la traduttrice abbia compiuto un’impresa veramente ardua, perché è tutto scritto in rima e fa largo uso di onomatopee, monosillabi,ecc. e per renderne il ritmo dev’esserci stato da impazzire. Un perfetto esempio di quanto non ci sia luogo comune più superficiale e falso della convinzione diffusa e sentita da molti secondo cui a tradurre per l’infanzia non ci vuole niente perché “c’è poco di scritto”.
Consigliato: dai 6 anni almeno, per godere sì dell’atmosfera onirica ma cogliere al tempo stesso la complessità delle invenzioni lessicali.

Credits: Nell’immagine del post, sessione di lettura live. Come a dire… è vero e c’ho le prove!

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