Da un po’ di tempo a questa parte, con mia grande gioia e soddisfazione, ho ricominciato a tradurre narrativa. Che vi devo dire? Per quanto ami immergermi tra le mille mirabolanti avventure che libri di viaggio e guide turistiche promettono a ogni pagina e sebbene non mi dispiaccia nemmeno uscire dalla mia comfort zone con libri che traduco ma forse non comprerei (brrrr), non c’è niente da fare: la dimensione distesa, totalizzante, affabulatoria della traduzione di romanzi è il mio bozzolo della felicità, la declinazione del mio mestiere che preferisco.
Certo, è anche vero (e non è una novità per nessuno) che l’editoria libraria è il settore più difficile per noi traduttori: già in passato abbiamo cercato di capire
quali conoscenze siano indispensabili per un aspirante traduttore editoriale, quali trappole possano nascondersi dietro contratti ed editori all’apparenza innocui, cosa succeda quando si cerca di entrare in contatto con un editore con una proposta di traduzione e quello, semplicemente, non ci fila.
Quello di tentare di proporre un romanzo straniero che ci è piaciuto è d’altronde un consiglio che si dà spesso ai colleghi alle prime armi. Peccato che nella pratica “scegli un libro, verifichi se i diritti sono liberi, fai la scheda” si trasformi spesso in un inferno dantesco di tentativi e ricerche su Google, se non si dispone di un minimo di conoscenze specifiche.
Per questo il #doppioversorisponde di oggi cerca di trovare una soluzione ai dubbi di
Loredana, blogger e aspirante collega che ci ha scritto qualche tempo fa:

Mi piacerebbe molto lavorare nella traduzione editoriale, ed ho letto buona parte dei vostri post e articoli in blog al riguardo. Purtroppo mi sento un po’ confusa: una volta entrata nel portale OPAC, inserendo il nome dell’autrice di cui vorrei proporre una traduzione, vengono rilevati una serie di suoi titoli in lingua originale. Ora: questo significa che sono stati tradotti o che sono ancora in possibile attesa per una traduzione?

La questione sollevata da Loredana è fondamentale, e i suoi dubbi sono quelli in cui tutti, agli albori della nostra carriera, ci siamo dibattuti disperatamente come pesci in un barile: quando è che i diritti di traduzione di un libro che mi interessa sono liberi? Come faccio a verificarlo? A chi chiedo?
La domanda è specifica e richiede una risposta altrettanto puntuale, e intanto comincerei col dire a Loredana che se i titoli risultano in lingua originale tendenzialmente significa che non sono stati tradotti, ma poiché le cose non sono mai facili come sembrano e io tendo all’affabulazione (leggi: sono logorroica), vorrei provare ad affrontare la questione della ricerca di un titolo da proporre e della verifica dei diritti di traduzione da una prospettiva un po’ più ampia: faccio quindi un piccolo passo indietro e col suo permesso mi produco in un utilissimo ancorché non richiesto cappello introduttivo. Abbiate pazienza, assecondatemi.

Una proposta di traduzione è garanzia di lavoro?

Quando mi capita di tenere corsi di formazione per aspiranti traduttori, una delle slide che ottiene più successo è una foto di Sharon Stone che percorre il tappeto rosso di un qualche festival con falcata assassina, accompagnata da una citazione della divina: “Noi”, dice la biondissima e sorridentissima Sharon nella mia slide, “siamo la multinazionale di noi stessi”.

Riporto questa frase per incoraggiare gli aspiranti colleghi a trovare nuove strade per farsi conoscere, a proporsi appunto non solo come semplici traduttori ma a farsi avanti anche come traduttori-scout, ma lo faccio anche perché è necessario ricordare che un imprenditore rischia del suo: ovvero, nessuna proposta di traduzione garantisce a priori un inserimento rapido e indolore nel mercato editoriale. Proprio in quanto freelance, come abbiamo già accennato altre volte, il nostro lavoro di promozione deve essere costante e instancabile. Una proposta, per quanto azzeccata e sudata, potrebbe non bastare per iniziare a lavorare. Tenetelo presente, piangete questo piccolo lutto senza farvi scoraggiare ma anche senza farvi troppe illusioni.

Ok, nonna, va bene, metto la maglia della salute. Ma veniamo alle questioni pratiche: come lo trovo il romanzo dei miei sogni? E una volta che l’ho trovato, come verifico che sia libero?

La prima fase, quella della ricerca di un titolo che ci piacerebbe tradurre, è quella che rimane più oscura per molti. La maggior parte delle persone a cui consiglio di proporre un libro da tradurre mi fa la stessa obiezione: ho capito che il metodo è efficace. Ho capito in che bacino linguistico, o genere letterario, vorrei trovare il mio libro, e forse anche  a quale editore italiano proporlo. Ma non ho capito come si fa a trovarlo. Da dove comincio? Una domanda da un milione di dollari, ma ce ne liberiamo facilmente. Io le mie ricerche le faccio di solito dalle parti di uno di questi luoghi, virtuali o fisici (non calcolando ovviamente le buone, vecchie, care librerie del paese che ci interessa, che come tutti sappiamo valgono sempre un viaggetto):

  • Fiere nazionali e internazionali

E qui intendo soprattutto le fiere dei diritti, ovvero quelle in cui la compravendita dei diritti tra editore ed editore è l’elemento centrale, non tanto la vendita al pubblico: fateci un giretto almeno una volta nella vita, soprattutto alla fiera di Francoforte o a quella di Londra. Sono esperienze inebrianti, e in più vi permettono di riportare a casa una valigia piena di cataloghi studiati appositamente per titoli che attendono di essere tradotti; quindi scoprirete subito se i diritti di traduzione del libro che vi piace siano stati venduti o meno in Italia.

  • Sempre sia lodato Dio Google (con la sua costola Google Books e il cugino cattivo Amazon)

Google, come immaginerete, sarà il vostro Dio una volta diventati traduttori editoriali; vi permetterà di ottenere le informazioni più disparate, da quante copie il testo che vi interessa ha venduto al nome dell’agente dell’autore. Google Books fa un passo in più permettendovi di leggere lunghi estratti che vi consentiranno di entrare in confidenza con la lingua e lo stile prima di una valutazione globale; Amazon, infine, compie il miracolo, permettendovi di cercare un titolo che vi interessa (anche già pubblicato, magari), e di esplorare le opzioni simili suggerite dal malefico algoritmo del gigante della vendita online: se avete avuto la delusione di scoprire che il giallo scandinavo che vi interessava proporre è stato tradotto da Marsilio, tra i suggerimenti  potreste trovare qualcosa di simile che faccia al caso vostro.

  • Backlist e frontlist

Si tratta semplicemente del catalogo dell’editore; la frontlist elenca le utlime uscite, la backlist è il catalogo vero e proprio. Sul sito di molti editori stranieri c’è una sezione apposita, che contiene appunto la backlist aggiornata in pdf; in genere si tratta del catalogo portato all’ultima fiera di Francoforte, e per ogni titolo indica in quali paesi quel testo è stato venduto per una prossima traduzione. Se non c’è nulla su un editore italiano, il titolo è libero.

Se non riesco a capire se i diritti sono liberi dalla backlist e non posso andare a Francoforte che faccio?

Questo è il momento in cui il gioco si fa duro e i duri entrano in gioco. Loredana suggerisce nella sua email di aver provato a cercare informazioni sull’autrice che le interessava nell’OPAC, il catalogo informatizzato delle biblioteche italiane, e questo può essere un passaggio utile, ma esistono sicuramente metodi più efficaci per ottenere le informazioni che ci servono.
Intanto c’è da chiarire che i diritti di traduzione di un titolo straniero possono essere detenuti

  • dall’autore stesso,
  • dalla casa editrice che ha pubblicato il suo libro o
  • dal suo agente letterario,

e che solo chi li detiene può poi cederli all’editore italiano; anche se a volte il detentore consente a un

  • subagente (ovvero un agente letterario che si occupa di quel libro, quell’autore o quell’editore straniero per il mercato italiano) di gestirne la compravendita nel nostro paese.

Il primo passo da fare (fermo restando che si sia già fatto il tentativo di verificare sul catalogo dell’editore straniero) è quindi  appurare quale di questi soggetti nasconde il nostro Santo Graal, la risposta che cerchiamo. Io consiglio di procedere con un’ordine di beccata preciso, che funziona grosso modo così:

  • Cercate un sito personale dell’autore; se l’autore ha un agente, in genere sul suo sito è indicato (oppure tagliate la testa al toro e digitate NomeAutore+Agent sulla barra di ricerca di Google e lasciate che Dio lavori per voi).
  • Le agenzie straniere hanno tutto l’interesse a vendere il libro dell’autore, quindi scrivere una mail garbata chiedendo informazioni e spiegando che siete un traduttore che vorrebbe proporre quel libro ottiene in genere repliche altrettanto garbate e rapide. Le possibili risposte che un agente straniero può fornirvi sono:
    1) sì, il libro è stato venduto (ahia) ;
    2) no, i diritti sono ancora liberi (BINGO! Faccio subito la proposta!);
    3) non deteniamo noi i diritti di traduzione, ma:
    3a) l’autore (allora scriverete all’autore, di cui chiederete, se non l’avete, l’indirizzo all’agente)
    3b) la casa editrice (come sopra)
    3c) il subagente italiano (come sopra)

A questo punto i vostri problemi dovrebbero essere risolti. Se però, come ahimè a volte capita, nessuna di queste tattiche funziona, se nessuno vi risponde, se dopo mille ricerche in Rete vi sembra che in effetti non esistano traduzioni italiane di quel libro, e se nonostante l’incertezza volete comunque provare a proporlo, vi autorizzo a ricorrere all’ultima spiaggia, rischiosa, sì, ma fattibile. Potete sempre preparare la proposta e inviarla all’editore italiano spiegando che anche a fronte di sforzi erculei non siete riusciti ad appurare se i diritti di traduzione fossero liberi. Non è l’ideale, perché rischiate di lavorare a vuoto. Ma è comunque una strada da tener presente, perché a quel punto l’onere della verifica non spetta più a voi ma all’ufficio diritti dell’editore interessato.

C’è altro che devo sapere?

Forse sì. In linea di massima prima di spedire una proposta di traduzione è bene farsi qualche domanda:

  • Il libro è coerente col catalogo dell’editore a cui voglio proporlo?
  • È troppo vecchio (o troppo nuovo)?
  • Troppo famoso (o troppo costoso)?
  • L’editore ha già tradotto quell’autore (ed è quindi probabile che abbia un traduttore già assegnato?)
  • Sono in grado di tradurlo?

E infine, non dimenticatevi di mettere la maglia della salute. Ci sarà pure il riscaldamento globale, ma i lunghi inverni dei traduttori editoriali possono essere impietosi.

 

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